Tutto il villaggio ancora dormiva e la
luce dell'infinita giornata estiva filtrava tra le fronde degli
alberi.
Eyrik si era svegliato presto, non
riusciva a dormire dopo la sua visione. Prese un secchio di acqua
gelida e andò a cercare Ingvar. Lo trovò a casa di un amico, con
altri ragazzi, tutti addormentati su una tavolata colma di boccali di
birra vuoti.
Si avvicinò con fare deciso a Ingvar e
gli disse: <<Svegliati!>>.
Ingvar sbattè le palpebre confuso e
biascicò alcune parole: <<Lasciami, ahi, la mia testa!
Lassciami dormire. Ho sonno, mi gira tutto...>>.
Eyrik gli spruzzò un po' di acqua
fredda sul viso ottenendo solo un grugnito di protesta. Sospirò e
poi gli disse: <<So come trovare chi ha ucciso tua nonna>>.
Ingvar si destò immediatamente.
Eyrik gli porse il secchio e gli disse:
<<Datti una rinfrescata, e poi andiamo>>.
Passarono solo pochi attimi e Ingvar
era pronto.
Si addentrarono nella foresta e
raggiunsero insieme alla fida Aren la radura dove avevano trovato le
traccie di Ilde il giorno precedente.
<<Alberi>> pensò Eyrik.
Si avvicinò a un albero. Iniziò a
concentrarsi a pensare all'albero stesso nella sua interezza, dalle
radici alla punta delle foglie. Venne assorbito dalle radici, sentì
il piacere dell'abbraccio della terra, del nutrimento che porta. E
iniziò a risalire la corteccia, che aveva una storia lunga anni da
raccontare. E continuò a salire fino ai rami più alti e alle
foglie.
E lassù percepì qualcosa.
Qualcosa aveva toccato, forse
"contaminato" la pianta di recente.
Eyrik si ridestò dal suo sogno. Ingvar
lo stava fissando stupito: <<tutto bene?>> gli chiese.
<<Sì>> rispose Eyrik.
<<Gli alberi>> continuò a mormorare. <<Veniva
dagli alberi>>.
Iniziò a toccare le cortecce delle
piante vicine. Toccava una corteccia, poi un'altra, come se seguisse
un sentiero invisibile.
Poi ad un tratto si fermò. Iniziò a
scrutare il terreno ed esclamò: <<Ecco, qui ci sono delle
strane tracce. Probabilmente chi ha aggredito tua nonna l'ha fatto
dai rami degli alberi. Si spostava di albero in albero e poi è
saltato giù qui, vedi queste tracce più profonde?>>
Ingvar si animò: <<Benissimo,
non so come hai fatto ma sei grande! Seguiamole, ma facciamo
attenzione, ti ricordi quele strane ferite sul corpo di mia nonna?
Non so che tipo di creatura possa averle generate e non ho mai visto
impronte di questo tipo.>>
Seguirono le tracce per molte ore. A
momenti sembravano sul punto di perderle, ma i due giovani erano
entrambi molto esperti nel seguire piste nei boschi, e anche il
grosso cane Aren fu d'aiuto. Continuarono la loro ricerca inebriati
come un branco di lupi all'inseguimento della preda, senza nemmeno
soffermarsi a pensare ai pericoli che correvano andando incontro a un
nemico misterioso.
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