Eyrik era fermo in piedi sulla cima
della piccola altura. Ysonna veniva chiamata fin dalla notte dei
tempi. Lì si celebravano i riti, le feste e si dava l'addio ai
morti. Quella che doveva essere la festa di mezza estate si era
trasformata in una cerimonia di addio ad Ilde. Ilde era una donna
forte, molto benvoluta nel suo villaggio. Il suo corpo giaceva sulla
pira in cima alla bassa collina.
Eyrik era un po' emozionato, era la
prima cerimonia che celebrava in veste di sciamano. Wulf si era fatto
in disparte e lo osservava da lontano. Cercò il suo sguardo e il
vecchio gli diede un cenno di approvazione e incoraggiamento. Respirò
a pieni polmoni per calmarsi. L'aria fresca gli diede lucidità e
nuovo vigore.
Era mezzanotte.
In realtà in questa stagione, la notte
non arrivava mai, e Leha era ancora un po' al di sopra dell'orizzonte
e tingeva di rosso il cielo con i suoi raggi crepuscolari. A breve
avrebbe ricominciato a salire illuminando di nuovo a giorno queste
terre. Fino alla prossima congiunzione non ci sarebbe mai stata
notte. Poi il buio sarebbe tornato portando rapidamente con sè il
gelido inverno, e le giornate avrebbero visto pochissima luce e
lunghe e infinite notti.
Si guardò attorno. A metà dell'altura
c'erano le tavole imbandite con intorno le persone pronte a iniziare
il banchetto. C'era un certo nervosismo tra la gnete, la parola
"Ranavalla" continuava a serpeggiare e seminare dubbio.
<<Sembra che le paure di quando
eravamo bambini tornino a tormentarci>> pensò Eyrik tra sè.
Cercò Ingvar con lo sguardo. Lo vide
circondato da altri giovani del suo clan. Almeno non era solo.
Respirò profondamente ancora una
volta, guardò in lontananza. Il lunghissimo crepuscolo stava per
fondersi con una nuova alba. Verso est la foresta diradava in fretta
e praterie sconfinate arrivavano oltre l'orizzonte. A Ovest la taiga
verde scuro si espandeva a perdita d'occhio. Le basse conifere si
godevano la luce estiva prima di essere sferzate dall'inverno e dalla
neve. Le loro radici lottavano con il terreno quasi perennemente
gelato.
<<Alberi>> pensò Eyrik.
Perchè continuava a pensare agli alberi?
Cercò di concentrarsi e iniziò il suo
discorso.
<<Ilde era una brava persona, una
donna forte, degna figlia del suo popolo. Era benvoluta da tutti nel
suo clan, e anche da noi Ulfar. Oggi piangiamo la morte di un'amica,
ma cerchiamo di sorridere e festeggiare, poichè sappiamo che la
grande madre richiama sempre i suoi figli, e lo fa per amore. e
sappiamo che lei non è sola, perchè gli antenati la guidano lungo
il sentiero>>.
Molti boccali e corni pieni di birra e
sidro vennero sollevati <<Ilde! Ilde! Ilde!>> urlavano
tutti all'unisuono.
<<Ilde camminerà nella foresta
fino al banchetto dell'estate eterna dove brinderà con i fondatori
del clan! Auguriamole buon viaggio. Ilde fatti guidare dagli spiriti
e dalla grande madre. Unisciti agli antenati del clan!>>.
<<Ilde! Ilde! Ilde!>>
urlavano tutti all'unisuono picchiando i boccali sulle tavole.
Eyrik sollevò la torcia e incendiò la
pira. Il fuoco, in breve, avvolse tutto il corpo. Le fiamme lo
affscinavano, lo rapivano. Il loro ondeggiare sembrava volergli
parlare. Le fissò per un tempo indefinibile, mentre i clan
festeggiavano.
Le fiamme gli parlavano, sussurravano.
Alberi. Un brivido corse lungo la schiena del giovane sciamano.
Tornò in sè.
I rossi raggi del crpeuscolo, o
dell'alba, si fondevano con la luce del fuoco.
<<So cos'è successo a Ilde>>.
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