domenica 15 aprile 2012

Funerale a mezzaestate


Eyrik era fermo in piedi sulla cima della piccola altura. Ysonna veniva chiamata fin dalla notte dei tempi. Lì si celebravano i riti, le feste e si dava l'addio ai morti. Quella che doveva essere la festa di mezza estate si era trasformata in una cerimonia di addio ad Ilde. Ilde era una donna forte, molto benvoluta nel suo villaggio. Il suo corpo giaceva sulla pira in cima alla bassa collina.
Eyrik era un po' emozionato, era la prima cerimonia che celebrava in veste di sciamano. Wulf si era fatto in disparte e lo osservava da lontano. Cercò il suo sguardo e il vecchio gli diede un cenno di approvazione e incoraggiamento. Respirò a pieni polmoni per calmarsi. L'aria fresca gli diede lucidità e nuovo vigore.
Era mezzanotte.
In realtà in questa stagione, la notte non arrivava mai, e Leha era ancora un po' al di sopra dell'orizzonte e tingeva di rosso il cielo con i suoi raggi crepuscolari. A breve avrebbe ricominciato a salire illuminando di nuovo a giorno queste terre. Fino alla prossima congiunzione non ci sarebbe mai stata notte. Poi il buio sarebbe tornato portando rapidamente con sè il gelido inverno, e le giornate avrebbero visto pochissima luce e lunghe e infinite notti.
Si guardò attorno. A metà dell'altura c'erano le tavole imbandite con intorno le persone pronte a iniziare il banchetto. C'era un certo nervosismo tra la gnete, la parola "Ranavalla" continuava a serpeggiare e seminare dubbio.
<<Sembra che le paure di quando eravamo bambini tornino a tormentarci>> pensò Eyrik tra sè.
Cercò Ingvar con lo sguardo. Lo vide circondato da altri giovani del suo clan. Almeno non era solo.
Respirò profondamente ancora una volta, guardò in lontananza. Il lunghissimo crepuscolo stava per fondersi con una nuova alba. Verso est la foresta diradava in fretta e praterie sconfinate arrivavano oltre l'orizzonte. A Ovest la taiga verde scuro si espandeva a perdita d'occhio. Le basse conifere si godevano la luce estiva prima di essere sferzate dall'inverno e dalla neve. Le loro radici lottavano con il terreno quasi perennemente gelato.
<<Alberi>> pensò Eyrik. Perchè continuava a pensare agli alberi?
Cercò di concentrarsi e iniziò il suo discorso.
<<Ilde era una brava persona, una donna forte, degna figlia del suo popolo. Era benvoluta da tutti nel suo clan, e anche da noi Ulfar. Oggi piangiamo la morte di un'amica, ma cerchiamo di sorridere e festeggiare, poichè sappiamo che la grande madre richiama sempre i suoi figli, e lo fa per amore. e sappiamo che lei non è sola, perchè gli antenati la guidano lungo il sentiero>>.
Molti boccali e corni pieni di birra e sidro vennero sollevati <<Ilde! Ilde! Ilde!>> urlavano tutti all'unisuono.
<<Ilde camminerà nella foresta fino al banchetto dell'estate eterna dove brinderà con i fondatori del clan! Auguriamole buon viaggio. Ilde fatti guidare dagli spiriti e dalla grande madre. Unisciti agli antenati del clan!>>.
<<Ilde! Ilde! Ilde!>> urlavano tutti all'unisuono picchiando i boccali sulle tavole.
Eyrik sollevò la torcia e incendiò la pira. Il fuoco, in breve, avvolse tutto il corpo. Le fiamme lo affscinavano, lo rapivano. Il loro ondeggiare sembrava volergli parlare. Le fissò per un tempo indefinibile, mentre i clan festeggiavano.
Le fiamme gli parlavano, sussurravano. Alberi. Un brivido corse lungo la schiena del giovane sciamano.
Tornò in sè.
I rossi raggi del crpeuscolo, o dell'alba, si fondevano con la luce del fuoco.
<<So cos'è successo a Ilde>>.

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